Gli appunti di questo brano (per certi versi un po’ brahmsiano) risalgono grosso modo al 1982, ma sono rimasti per molto tempo in un cassetto, ed elaborati solo nel maggio 2004, completando così il progetto originario di una sonata in 3 movimenti. Ma vent’anni non passano invano, e così il primo movimento risulta, a mio avviso, armonicamente e ritmicamente più elaborato dei movimenti successivi. Tuttavia, ho ugualmente preferito considerare questa sonata come un unico brano, anziché come la successione di tre brani distinti.

Questa composizione risale al 1981 e si basa su un unico tema (è quasi un tema con variazioni): accompagnato dal pianoforte nell’esposizione in la maggiore, dà poi origine ad un canone in fa maggiore che ne accentua il carattere appassionato e romantico, per diventare successivamente più leggiadro (quasi un valzer) nella tonalità di fa# maggiore. Quando il tema viene riproposto dal solo pianoforte in fa# minore, è evidente il contrasto tra la gioia che traspariva dal dialogo tra i due strumenti (quasi fossero due innamorati) e la tristezza della solitudine, ora che il violino tace. Viene infine ripreso il tema nella tonalità originale, per chiudere con una breve coda.

Questo brano, composto, se non ricordo male, intorno al 1982, è stato concepito da subito come parte finale di questa sonata.
Il carattere è romantico ma, direi, non eccessivamente impegnativo (come si addice, del resto, ad un rondò); da notare l’utilizzo, come tema secondario, di quello della “Fantasia in la maggiore”. Negli altri temi si può osservare la presenza caratteristica dell’intervallo di seconda aumentata (scala minore armonica), quasi un pallido ricordo di qualche mio lavoro sulle scale con il quarto grado alterato .
Ho aggiunto la cadenza del violino solo a novembre 2015.

(lo spartito è disponibile in formato mscz per MuseScore, MUS per Finale 2003 e pdf per Acrobat Reader)

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